XI° MANDATO "COMUNICATO STAMPA"

19.08.2014 01:55

Martedì 4 Dicembre 2012 - Articolo tratto da ForzeArmate.org

COMUNICATO STAMPA
dei Delegati Pietro RICCI Girolamo FOTI e Marco VOTANO

IN RETE : LA PROTESTA DEI GRADUATI E VOLONTARI DELLE FORZE ARMATE

ADESSO BASTA!!!

SIAMO ORFANI DI QUESTA RAPPRESENTANZA MILITARE     

“Dopo il comunicato sono disponibili tutti gli indirizzi di posta elettronica dei Parlamentari della Camera e del Senato, copiare il testo del documento che segue ed inviarlo via e-mail a tutti i membri delle Commissioni Difesa e Partiti politici”.

 – DILLO A TUTTI – CONDIVIDI SU FACEBOOK – PASSAPAROLA –

Roma, 4 dic 2012 – Riceviamo e pubblichiamo. Su facebook parte la protesta dei Graduati e Volontari delle Forze Armate – guidati a titolo personale dai delegati COCER INTERFORZE sez. E. I.   “ PIETRO RICCI, GIROLAMO FOTI, e MARCO VOTANO” e supportati dai Gruppi di FACEBOOK  “ INNOVAZIONE MILITARE , UNIONE COBAR D’ITALIA”,.  I Graduati e Volontari si sentono totalmente emarginati dall’attuale riforma della rappresentanza che li vede fortemente ridimensionati.

I delegati nazionali della categoria “D” del COCER INTERFORZE SEZIONE ESERCITOFOTI GIROLAMO PIETRO RICCI e MARCO VOTANO, rappresentanti di circa 90.000Graduati e Volontari; Attraverso questo documento raccontano le condizioni degli uomini e delle donne rappresentate in merito alle ultime evoluzioni normative che hanno interessato gli stessi e che nel contempo ne hanno limitato la naturale progressione di carriera.

In questi ultimi  dieci anni diversi provvedimenti relativi alle Forze Armate e accolti dalla politica hanno prevalentemente riguardato in chiave migliorativa i ruoli dirigenti e semi dirigenti, nello specifico si sono comprensibilmente accolte istanze quali ad esempio l’omogeneizzazione e riallineamento a favore di altre Categorie.

Non per ultimo, l’introduzione del sistema dei parametri stipendiali, che di fatto ha visibilmente condizionato la crescita degli stipendi della nostra Categoria.

Il sistema parametrale infatti, causa una stagnazione di livello (es.: il V° livello per i Graduati contrattualizzati, che vedono un avanzamento del grado che và  dal 1CM  fino a quello apicale di CMCS (e gradi corrispondenti), senza alcun miglioramento,scatto o progressione disarmonicamente a quanto accade nelle altre Categorie e Ruoli). .

Attraverso un concreto sviluppo del dibattito, anche in considerazione di queste nostre istanze, invitiamo vivamente la politica a che vengano risolte nell’attuale momento storico (anche in considerazione dei Decreti discendenti dalla tanto auspicata riforma dello strumento militare), queste problematiche.

Quanto rilevato,  come facilmente desumibile dalle conclusioni di questo nostro scritto, si possono tranquillamente ottenere A COSTO ZERO per l’Amministrazione, e visto il crescente malessere che si diffonde in particolare nel ruolo dei Graduati “ Volontari in servizio permanente” e Volontari in rafferma , e la delicata congiuntura economica, un vostro concreto intervento riporterebbe certamente la nostra fiducia nei riguardi della buona politica.

E’ nostro intendimento inoltre, evidenziare che tali sperequazioni in questi anni non hanno interessato solamente la sfera economica e di carriera del personale Volontario, ma  di fatto  si  sono estesi a provvedimenti che hanno menomato anche altri settori afferenti le competenze dei Graduati e Volontari, ciò con particolare riferimento alla Rappresentanza Militare ed al concetto autentico di rappresentatività democratica, in vero, con un provvedimento recente,  si è voluto ridimensionare il Ruolo dei Volontari e Graduati all’interno dell’attuale mandato, sottraendone rappresentatività in ordine al numerico dei Delegati di categoria, non tenendo conto dell’Art. 627 del Codice dell’Ordinamento Militare.

Per tanto gli scriventi pur condividendo le recenti aperture del Presidente del Cocer Esercito che auspica un superamento del concetto di Categorie, non possono non esprimere perplessità sull’effettiva attuazione, in quanto la nostra Categoria già in passato è stata economicamente emarginata e vede nel presente un repentino peggioramento, ivi comprese le ultime discriminazioni a carattere sociale che avvengono all’interno di alcuni Reparti per il consumo del pasto o di un semplice caffè in quanto esistono ancor oggi circoli e mense “esclusive” divise per Categorie ove viene di fatto vietato l’accesso ai nostri rappresentati.

LE NOSTRE RICHIESTE

PROGRESSIONE DÌ CARRIERA – PARAMETRI

Attualmente lo stato giuridico del Volontario in Servizio Permanente per quanto riguarda le Forze Armate prevede che si raggiunga l’apice della carriera dopo 15 anni di servizio, fermandosi al Grado di Capolar Maggiore Capo Scelto “ e gradi corrispondenti “.

Il raggiungimento del grado apicale provoca la stagnazione della remunerazione oltre che l’appiattimento dei parametri rispetto ad altre categorie, tale situazione provoca delle conseguenze anche a livello pensionistico oltre che a livello professionale.

Tale condizione, a parere di chi scrive, non è esclusivamente un problema che riguarda questioni soggettive quali per citarne alcune la mancanza di stimolo per una carriera bloccata per più di 30 anni (fatto salvo l’allungamento del periodo lavorativo inerente all’aspettativa di vita della legge “Tremonti”), o il collocamento ad attività sempre meno operative per via del normale invecchiamento del personale rappresentato (in considerazione degli incarichi ricoperti dai Graduati), ma è, (aspetto per niente secondario),  una perdita di professionalità non che  una mancata valorizzazione di quella acquisita. In vero, lo Stato Italiano, che per il tramite Delle Forze Armate tantissimo ha investito sulla categoria dei Volontari,  addestrandoli e qualificandoli, non sfrutterebbe in pieno le competenze acquisite “nel campo”,   relegandoli col passare del tempo a mansioni sempre più logistiche (uffici e magazzini per fare un esempio concreto), la dove, non vi è nessuna necessità d’impiego, e dovendo fare i conti comunque, con un nuovo modello di difesa che per sua natura per vocazione di ridimensionamento dovrebbe prediligere la componente operativa che non può essere composta alla base (i volontari), da personale cinquantenne!

Si può oggi parlare oltre che di esigenza a dover ridimensionare i costi del personale, anche a poter valorizzare le componenti interne e già formate dalla nostra Amministrazione, e ciò non può prescindere dal concetto di non generare nuovi oneri da parte della finanza pubblica.

Parte della soluzione che ci sentiamo di comunicare con questo nostro contributo la dà lo stesso Ministro della Difesa di questo Governo, infatti nella Legge Delega che questo Parlamento è in procinto di votare, riporta all’Articolo 3 comma 1 lettere c e d fra gli altri  un importantissimo principio, che testualmente afferisce (d):

“revisione della disciplina in materia di reclutamento, stato giuridico e avanzamento del personale militare, non ché in materia di formazione, in aderenza al nuovo assetto organizzativo dello strumento militare, e nell’ottica della valorizzazione delle professionalità”.

Predisponendo, proprio a mente dell’Art. 3 comma 1 lettera d della Legge delega, il passaggio per anzianità al Ruolo Sergenti (nel normale contesto della progressione di carriera), si otterrebbero appunto due vantaggi propedeutici alla riforma stessa, infatti si svecchierebbe  il personale volontario liberando vacanze organiche necessarie all’arruolamento di giovani leve (concetto fondamentale per l’assolvimento dei compiti delle Forze Armate), e si valorizzerebbe la professionalità acquisita del personale appartenente al  Ruolo Graduati. Quanto descritto inoltre, vede un’ulteriore elemento di riflessione, e cioè che  ad oggi vi è per il Ruolo Sergenti una vacanza organica di circa 8000 posti.

Quanto sopra esposto produrrebbe infine un’ulteriore risparmio di spesa per l’Amministrazione in riferimento a costosi concorsi indetti dall’Amministrazione Difesa per il transito al Ruolo Sergenti con tutto quello che ne consegue: (trasferimento del personale, accasermamento, retribuzione dei docenti esterni etc.), riducendone di converso la durata del corso formativo presso le scuole di formazione.

L’argomento in questione per i Graduati “ Volontari in Servizio Permanente” è di primaria importanza. Dal lontano 2003 il personale in oggetto attende un provvedimento che affronti e risolva le  criticità. In tale contesto, considerata l’evidente penalizzazione nella progressione di carriera del ruolo dei Volontari in Servizio Permanente “Graduati”; non si può non cogliere l’opportunità di sanare tale sperequazione.

I Graduati “Volontari in servizio Permanente” sono riconosciuti a livello internazionale i primi professionisti delle Forze Armate, specializzati e addestrati per operare in tutti i teatri operativi.

PRECARIATO NELLE FORZE ARMATE

La più grande dispensa di precariato a nostro avviso nasce proprio nelle F.F.A.A. prima ancora dei co.co.co. o dei contratti a progetto nel settore civile, con la presenza ultraventennale di varie figure di personale di complemento che a termine del periodo di leva contraevano ulteriori rafferme rinnovabili in diverse annualità ma con scarsissime possibilità di accedere al tanto agognato servizio permanente.

Una delle forme più estreme di questa forma di precariato e’ stato rappresentato da una fase sperimentale di alcuni reparti che arruolarono su base Volontaria personale ai sensi della legge 958/86; trattasi di personale immesso in diverse modalità (mfp-vfp) che poteva contrarre ferme fino ad un massimo di 5 anni, con una possibilità scarsa pari più o meno al 5% di transitare nel servizio permanente.

Con quel modello, non essendosi concretizzata alcuna delle possibilità occupazionali previste per l’immissione nella Pubblica Amministrazione, nei ruoli civili della Difesa e nelle Forze di Polizia, ha di fatto provocato il congedo, in mancanza d’evoluzione professionale e di carriera, di migliaia di ragazzi che rivestivano il grado di caporale maggiore o di sergente.

Tale situazione è migliorata nettamente con l’entrata in vigore della fatidica legge 196/1995, ovvero con l’istituzione del ruolo dei Volontari in Servizio Permanente (creato peraltro solo per dare risposta alle prime esigenze di professionalizzazione delle Forze Armate,vista l’imminente  sospensione della leva obbligatoria).

Una legge che pur tuttavia ha creato sperequazioni tra il bacino dei professionisti arruolati ai sensi della L.n.958/86 cui la categoria chiede già da tempo di porre rimedio e per la quale, procedendo ad una corretta progressione di carriera come sopra evidenziata risolverebbe anche questa problematica.

Il parziale realizzarsi delle opzioni previste dalla Legge 331 del 2000 per quanto concerne gli sbocchi occupazionali sta oggi determinando nuovamente il timore che sussista una rilevante impossibilità di assorbire il bacino dei Volontari in ferma attualmente alle armi.

E non vogliamo nè possiamo nè dobbiamo correre il rischio che dopo un periodo di permanenza nella Forza Armata  (che  può arrivare fino a 9 anni di servizio) questo personale possa essere collocato in congedo. Si tratta di persone che hanno doverosamente prestato servizio ed alla soglia di circa 30 anni di età  potrebbero essere congedati  dalle Forze Armate senza nessun ricollocamento lavorativo, a differenza di quanto normativamente previsto  all’atto dell’arruolamento).

Pertanto il Mondo politico, a nostro avviso, deve assumersi la responsabilità di  garantire a tale personale o uno sbocco interno, soluzione auspicata e fortemente voluta dal personale perché motivato e parte attiva della Forza Armata, o qualora non vi siano  soluzioni interne deve garantire sbocchi esterni certi nell’ambito di una progettualità accertata, perseguibile e prevista da specifiche norme.

Il tutto  limita la loro possibilità di costruire il proprio futuro. Stabilizzato il precariato occorrono delle leggi a tampone per garantire la funzionalità interna delle caserme a basso costo , al fine di garantire a sua volta l’operatività del personale in ferma e in servizio permanente , peraltro supponiamo che occorre rivisitare il servizio di leva attualmente sospeso oppure attraverso incentivi e stipendi a contratto i riservisti “ex militari over 30” richiamati in servizio per brevi periodi (sul modello dell’Esercito Americano) .

Diversamente non si potrebbe prescindere dall’utilizzo di personale ad alto contenuto professionale delle nostre Categorie che vedrebbero un ineludibile impiego in mansioni non operative.

URGENTE ELABORAZIONE DI UN DECRETO ATTUATIVO CHE POSSA RIVEDERE L’ATTUALE RAPPRESENTANZA MILITARE

In riferimento all’attuale riforma della rappresentanza militare voluta espressamente dai Senatori Saltarmartino (PDL)  e Scanu (PD) , che ha creato forti malumori all’interno delle categorie dei Graduati e Volontari .

Si vuole cogliere l’occasione per evidenziare l’attuale problematica del concetto di rappresentatività all’interno degli organismi di rappresentanza.

In occasione dell’attuale riforma del nuovo modello DIFESA, occorre intervenire urgentemente attraverso un Decreto attuativo al fine di armonizzare la presenza dei Graduati e Volontari rispetto alle altre Categorie nel rispetto dell’ART.627 del NUOVO ORDINAMENTO MILITARE .

Di seguito l’interrogazione n. (4-15660) dell’On. Leoluca Orlando e relativa risposta del signor Ministro della Difesa Di Paola che ha di fatto condiviso la rivisitazione dell’attuale organizzazione della rappresentanza militare nel quadro dei decreti discendenti dalla legge delega sul nuovo modello della difesa.

Di Seguito l’interrogazione dell’On. Leoluca Orlando con la relativa risposta del Ministro della Difesa Di Paola :

LEOLUCA ORLANDO. – Al Ministro della difesa.

- Per sapere – premesso che:

il decreto-legge n. 216 del 2011, convertito con modificazioni dalla legge n. 14 del 2012 recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative, ha previsto all’articolo 8 modifiche al codice dell’ordinamento militare, nella fattispecie, all’articolo 1476, commi 2 e 3 del decreto legislativo 66 del 2010, le parole: «ufficiali, sottufficiali e volontari», ovunque ricorrono, sono sostituite dalle seguenti:«A) ufficiali, B) marescialli/ispettori, C) sergenti/sovrintendenti e D) graduati/militari di truppa, fermo restando il numero complessivo dei rappresentanti»; conseguentemente, l’istituzione e lo scorporo della categoria «C» (sergenti) dalla categoria «B» (sottufficiali), rappresenterà solo il personale del ruolo marescialli;

a seguito di tali modifiche, la categoria dei graduati delle forze armate e delle forze di polizia, a ordinamento militare, ritiene che le proprie istanze sia volta disattese in quanto è già presente una situazione di sofferenza della categoria e che la stessa paga lo scotto più pesante sia in termini di sacrificio estremo nell’adempimento del dovere sia in termini economici col blocco delle remunerazioni;

inoltre, la citata categoria ritiene che le disposizioni legislative sopra citate anziché rafforzare l’organismo di rappresentanza dei militari, rischiano invece di indebolirlo, esponendolo a un serio pericolo di ulteriore delegittimazione agli occhi dei rappresentati, accrescendo le spinte dalla base volte a ottenere la sindacalizzazione della rappresentanza militare, peraltro più volte denunciata pubblicamente dai delegati Cocer dell’Esercito, i graduati Leonardo Bitti e Girolamo Foti;

la suddetta attività discriminatoria contrasterebbe, tra l’altro, con lo spirito del nuovo Codice dell’ordinamento militare come previsto dall’articolo 627 del decreto legislativo 66 del 2010 che ha sancito che le categorie dei militari siano suddivise in Ufficiali, Sottufficiali, graduati e militari di truppa;

il legislatore ha deciso di separare il ruolo sergenti/sovrintendenti senza che ciò abbia investito anche la separazione della categoria graduati dalla truppa – e all’interno della Truppa tra il VFP1 e VFP4 – che trova legittimazione giuridica rispetto a quella dei sovrintendenti, perché quest’ultimo ruolo è ricompreso nell’unica categoria «sottufficiali» -:

quale sia l’intendimento del ministro interrogato in ordine a quanto esposto in premessa e se non ritenga di assumere iniziative normative correttive in tal senso.

Atto Camera  (4-15660)

Risposta scritta pubblicata lunedì 6 agosto 2012

nell’allegato B della seduta n. 677

All’Interrogazione 4-15660 presentata da

LEOLUCA ORLANDO

Risposta. – In merito all’interrogazione in esame si fa presente che il tema della suddivisione, nell’ambito della rappresentanza, della categoria dei graduati e dei militari di truppa sarà oggetto di studio e compiuto approfondimento nel più ampio quadro della revisione dello strumento militare, contemplata dall’apposito disegno di legge delega attualmente all’esame del Senato della Repubblica

(A.S. n. 3271).   

Ciò, in quanto evidentemente l’obiettivo perseguito dal provvedimento è quello di operare una revisione complessiva, ovvero analitica e dettagliata, ma anche onnicomprensiva, nella quale ogni elemento dovrà necessariamente essere considerato e valutato non singolarmente ma come parte integrante di un unicum che deve rimanere armonico per essere efficace ed efficiente.

In tale ambito, pertanto, come è logico che sia, potranno essere valutati e – ove necessario – individuati eventuali interventi che possano continuare a salvaguardare e, se possibile, ad ottimizzare l’esercizio del rilevante ruolo svolto dagli organi della rappresentanza militare.

Il Ministro della difesa: Giampaolo Di Paola.

Riforma della rappresentanza militare DI TIPO SINDACALE

Tutela legale estesa a tutti i delegati di ogni livello,elezione diretta del presidente attraverso liste comuni tra categorie, che scelgono i loro rappresentanti preferiti a livello centrale e periferico; eliminazione del COIR per motivi anche di carattere economico, ma potenziamento del COBAR       I rappresentanti di ogni caserma a livello cittadino e regionale discutono delle problematiche inerenti al personale e soprattutto trattano direttamente con gli enti istituzionali e civili le questioni che contribuiscono al benessere del personale (ad esempio, convenzioni o concessioni di beni demaniali per costituire cooperative al fine di costruirvi case per il personale); maggiore autonomia al COCER. nella trattazione di argomenti in materia d’impiego,economica e di carriera, cumulando anche un ruolo ispettivo all’interno delle caserme per constatare da vicino i problemi del personale. Creazione di un “SuperCobar” interforze .

Roma 2 Dicembre 2012

Cordiali saluti Dai Delegati Pietro RICCI Girolamo FOTI e Marco VOTANO