CONTRO LA CASTA

28.08.2014 20:30

Gentile redazione, con preghiera di pubblicazione. A cura di Girolamo Foti (*) 

Lettera aperta. Signor Professor Mario Monti... È morta la carta? 

 
 

 

Vorrei iniziare questa lettera citando un suo collega di un tempo, che in occasione dei suoi incontri con i giovani diceva: "Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione”.

La sua generazione è nata ed è stata stimolata da questi grandi maestri di vita, che vi hanno non solo insegnato la storia che da loro vissuta e studiata, ma vi portavano con loro in quei tempi difficili.

Lei ha potuto formarsi ascoltando il passato dell’Italia per bocca dei protagonisti, ha studiato e poteva permettersi il lusso di sognare e guardare il futuro; la generazione di oggi invece non solo riesce con difficoltà a studiare ed affermarsi, ma non può vedere nulla oltre il presente.

Non vive, ma sopravvive .

Non so quale sia la prospettiva odierna, ma mi sembra lontana dalle sue origini, quella repubblica democratica fondata sul lavoro.

Di democrazia se ne vede ben poca, perché il popolo sovrano non può scegliersi il proprio rappresentante in parlamento; il lavoro è sostituito dal precariato o peggio dalla Cassa integrazione.

Mi chiedo a cosa sia servita la morte di centomila giovani, bambini, donne, uomini e anziani, per poi ridurci a questo.

La nostra carta costituzionale parla di diritti di associarsi liberamente, di aderire ai sindacati; eppure i gli operatori delle Forze armate e le forze dell’ordine ad ordinamento militare sono ancora considerati cittadini di serie b.

In Europa tra i grandi paesi siamo gli unici ad avere questo trattamento, soggetti, nel 2012, a provvedimenti disciplinari che vietano la libertà personale o che ricordano gli arresti domiciliari (i giorni di consegna da trascorrere a casa); soggetti alla procura militare e a quella civile, abbiamo un organo di rappresentanza che si chiama “ Co.Ce.R” , suddiviso in diverse aree.
 

Uno strumento elettivo per i delegati, a cui non corrisponde alcuna tutela legale per gli stessi, che rischiano di persona e a proprie spese per tutelare il personale, perché da noi bastano semplici dichiarazioni pubbliche per far muovere la macchina dei provvedimenti disciplinari e della procura.

Basta, a tal proposito, leggere certe sentenze di delegati che per anni per questioni futili hanno speso cifre consistenti per difendersi e per affermare anche semplicemente l’Art.21 della Costituzione italiana.

Per non parlare di certi deputati parlamentari tanto garantisti con i propri colleghi politici indagati dalla magistratura che diventano giustizialisti con quei delegati Co.Ce.r indagati dalla procura o sotto processo molto spesso per questioni marginali.

Non è nemmeno garantita la democraticità interna, dato che tutti i presidenti degli organi di rappresentanza, a tutti i livelli, non sono eletti ma vengono proclamati di diritto e sono sempre ufficiali.

Insomma, siamo ingabbiati all’interno di un sistema che a mio avviso è lontano anni luce dalla democrazia del paese che auspicavano i nostri padri fondatori; il decreto "Salva Italia", che impone misure forti ai dipendenti dello Stato, non contribuisce certo a migliorarla.

Le do un esempio banale ma assai pratico, rispetto all'utilizzo di alloggi istituzionali da parte del personale in servizio isolato: come può un organo sociale e di tutela essere accasermato.

Come può un soldato svolgere il proprio servizio isolato in occasione dell'operazione città sicure "accasermati" lontano dalle famiglie, è non pagati regolarmente (sembrerebbe che ci siano militari che aspettano il pagammento del loro servizio relativo al 2010), mentre i politici riservano per se trattamenti ancora di lusso, ingannandoci con tagli fumosi che ancora non si vedono o non esistono?



 

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Sembra che siamo ritornati all'epoca del medioevo .

La verità fa male, ma, con un altra citazione, a tutto questo io non ci sto, signor Presidente.

Lei sta facendo bene è tanto in materia di liberalizzazione; liberi anche a noi ci conceda il diritto di essere trattati come i nostri colleghi stranieri, in particolare dell’Esercito tedesco; ci liberi dalla procura militare e la sciolga.

 
 

Vedrà come gli esperti magistrati in servizio presso di essa potrebbero tornare utili ai tribunali civili e penali, che al Sud sono in carenza di personale.

Ci conceda il diritto di associarci liberamente, di aderire ad organizzazioni sindacali; mi auguro che seguano il suo esempio altri leader politici che di certo avrebbero i nostri 400 mila consensi in occasione delle prossime elezioni e non ci costringa ad organizzarci in movimenti di opinione e di pensiero e spingere l’Europa e la Corte Internazionali dei Diritti dell'Uomo a constatare le condizioni degli operatori della difesa e della sicurezza.

Le sembra istituzionalmente corretto che in questi mesi, mentre si parla di tagli al personale e di possibile mobilità, mentre i sindacati svolgono il loro ruolo, la rappresentanza militare è confinata al margine, e nelle occasioni in cui ci sarebbe l'opportunità di intervenire possono farlo solo i ruoli dirigenti con piccole rappresentanze nella veste di semplici uditori ?

Nulla da eccepire sulle loro attività, ma di certo noi vogliamo il diritto di occuparci dei nostri problemi, rappresentati da gente che appartengono alle singole categorie.

A me sembra un'ottima ricetta nel segno del rigore e dell'equità.

Per non limitarmi alle sole questioni militari ho il dovere anche di menzionare lo stato di declino della cultura, i maltrattamenti verso la scuola, i musei , dei crolli dei palazzi storici, della devastazione dei paesaggi ad opera dell’uomo e di chi ha governato.

In tutto questo c’è qualcosa di democratico ?

Non pensa che la Carta Costituzionale sia stata uccisa ?

Signor Presidente, la prego di aiutarci, aiutate i morti che si sono sacrificati e aiutate i vivi a difendere questa Costituzione, che vuole dare a tutti i cittadini (compresi noi soldati) un paese dove esistono pari diritti, pari giustizia e pari dignità, dove il benessere non appartiene a pochi, ma in cui a tutti venga distribuito ciò che si merita.

Il cittadino *Girolamo Foti

(Ai sensi dell’Articolo 21 della costituzione italiana)

*Delegato nazionale del COCER INTERFORZE – SEZ.ESERCITO X° MANDATO