INCONTRO CON IL DIPE DEL COCER ESERCITO

19.11.2014 01:32

DETTO & FATTO #.

Abbiamo consegnato il documento "informale" al DIPE che a sua volta hanno apprezzato la nostra iniziativa a titolo personale, nell'occasione ringrazio pubblicamente il Capo Reparto il Gen. Div. Mora.

  ROMA 13/11/2014

  Alla cortese attenzione del DIPE
  Innanzitutto, a nome del personale che ci onoriamo di rappresentare, vi ringraziamo per il delicato compito che svolgete a favore del personale tenendo conto della funzionalità della nostra Forza Armata.
  In questo particolare mandato ma soprattutto in questo difficile momento constatiamo con particolare favore la positiva azione di trasparenza e coinvolgimento della rappresentanza militare nei vostri lavori pur nei limiti dati da rigide ed a nostro parere obsolete norme che limitano i nostri interventi quando si discute di Impiego del personale.
  Cogliamo l'occasione per consegnarvi questo documento "informale" sviluppato a titolo personale dai delegati firmatari, che raccogliendo svariate e numerosissime segnalazioni, sentono l'obbligo di notiziarvi su quanto rappresentato dalla base.

  Augurandoci che questo documento possa contribuire in maniera costruttiva, si resta a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

  CONDIZIONI DEL PERSONALE
  Il rapporto militare - famiglia presenta molteplici aspetti, a seconda dell'impiego cui è soggetto il personale militare, esso presenta un unico denominatore rappresentato dai riflessi che si hanno nell'aspetto socio - familiare intriso di problematiche che ne scaturiscono e che comunque influiscono inevitabilmente sulla prestazione offerta all'organizzazione militare.
  La scarsa presenza del militare all'interno del nucleo familiare, conduce nel tempo a tensioni nei rapporti privati e familiari per via dei lunghi periodi trascorsi fuori area. Corsi, addestramento, trasferimenti sono certamente eventi che inevitabilmente subisce l'intero nucleo familiare.
  Ne consegue dunque, in virtù della nostra specificità dell'essere "militare", e della nostra professione, l'aspetto "istituzionale" prevale su quello "familiare".

Ciò purtroppo contribuisce ad un alto tasso di separazioni e divorzi, e ad un impoverimento generale specialmente per il personale dei ruoli iniziali della nostra forza armata, il tutto amplificato, se teniamo conto dell'attuale crisi economica,.

  Molti colleghi infatti, dislocati su tutto il territorio nazionale, si vedono costretti, per effetto della crisi economica, del blocco degli stipendi, delle bassissime retribuzioni e gli alti costi di vita in particolar modo nelle regioni centro settentrionali, a lasciare la propria famiglia nei luoghi di origine, impossibilitati a affrontare gli elevati costi della locazione di abitazione residenziale o a sostenere l'onere di un mutuo finanziario che il più delle volte sarebbe pari allo stipendio percepito.

  Dall'altra parte rispetto ad altri modelli militari come quello statunitense oppure tedesco, le nostre caserme non sono dotate di strutture quali asili nido, alloggi garantiti a tutto il personale, ecc.

  Ecco perché il lavoro svolto dal DIPE oggi diventa più che mai un fattore di utilità sociale per il nostro personale, poiché grazie ai vostri interventi dal nostro interno possiamo ricavare delle piccole ed essenziali migliorie per vivere meglio la nostra professione di "militare".

Le proposte (raccolte dalle varie segnalazioni ricevute dal personale) sono le seguenti:

  1. "EX SVECCHIAMENTO 1": I colleghi propongono se può variare il criterio fissato dall'età per sostituirlo con gli anni di servizio effettivi;

  2. "EX SVECCHIAMENTO 2" : I colleghi propongono di poter annullare o modificare quale criterio l'incarico, poiché ci sono incarichi come quello NBC specifico ad esempio in pochi reparti.

  3. Moltissimi colleghi in servizio al nord lamentano il fatto che di recente sembrerebbe che in molti reparti del Sud i giovani VFP/4 vincitori di concorsi alla prima assegnazione sono rimasti nel proprio Reparto. In tema di giustizia ed equità il personale in età avanzata pensa che sia giusto che i giovani debbano farsi la "gavetta" in aree del Nord.

  4. Per quanto riguarda i colleghi percettori della 104 suggeriscono di poter rimanere effettivi nel reparto dove prestano servizio per evitare di vivere in condizioni di precarietà sociale, inoltre si propone di estendere al proprio Comandante di Reggimento la possibilità di esprimere un parere per la permanenza del militare con la 104 la dove nel tempo perde i requisiti che gli garantiscono la 104.

  5. Maggior flessibilità negli spostamenti del personale aventi diritto con il ricongiungimento familiare.

  6. Maggior chiarezza e minor tempistica per le destinazioni del personale coinvolto nelle chiusure dei propri reparti è quindi soggetti a trasferimenti, con particolare riferimento ai percettori di legge 104 che in caso di spostamento del Reparto di appartenenza originaria potrebbero permanere su domanda e senza oneri a carico dell'Amministrazione nei reparti di assegnazione temporanea.

  7. Rivedere oppure sospendere del tutto la questione del reimpiego dei graduati poiché in certe regioni del Sud come la Calabria ad esempio essendoci pochi reparti, in età avanzata si rischia di essere improvvisamente trasferiti in altre regioni, creando enormi disagi al personale, ma soprattutto uno stato di precarietà sociale. Non tralasciando il fatto che così proseguendo, si riempiono reparti Logistici di Personale "anziano" con relativo appiattimento di mansioni.

  8. Se il personale che usufruisce del dell'art. 42 bis possa, organici permettendo, rimanere in modo permanente nel reparto dove presta servizio momentaneo.

  9. Per quanto riguarda lo SME i colleghi mi hanno segnalato che per far fronte al disagio logistico di alcune Categorie, non avendo la possibilità di comprare casa visto i costi, non essendoci alloggi e facendo i pendolari tutti giorni, sembrerebbe secondo quanto segnalano i colleghi, che esisterebbe un'istanza (Pianificazione d'impiego dei Sottufficiali proposti in uscita dagli organi centrali in Roma, ciclo d'impiego 2014/2015. Reimpiego a domanda). Bene, allo stesso modo, in pianificazione si potrebbero inserire anche i Graduati in servizio allo SME.

  10. Occorrerebbe indirizzare la nostra Forza Armate verso un modello che investa sulla ricollocazione dei Reparti militari al Sud. Proposto nel precedente mandato in Commissione Difesa e rivisitato nel documento consegnato dal COCER INTERFORZE della CTG D, al Ministro della Difesa Di Paola, quale contributo al libro bianco della Difesa, rappresentato al Ministro Mauro Mauri, ed espresso ai gruppi parlamentari che hanno audito questo Co.Ce.R.. Pertanto c'è la necessità di portare più al sud possibile l'attuale dislocazione delle strutture delle Forze Armate ed in particolare dell'Esercito, per raggiungere vari risultati. Sotto un profilo operativo il cambiamento degli scenari geopolitici e l'instaurarsi di aree (dall'Iraq al Libano etc.) o situazioni di crisi (sbarchi clandestini, traffico di droga, problemi di sicurezza interna nel contrasto alla criminalità organizzata etc.) indicano con chiarezza il sud come l'area di maggiore "sensibilità". Peraltro, il provvedimento conferirebbe anche una maggiore presenza dello Stato nelle Regioni meridionali finalizzata sia ad una più tempestiva e aderente possibilità di intervento istituzionale, quale significativa strategica risposta alla micro criminalità, sia per aumentare il consenso sociale. Inoltre, contestualmente sarebbe offerta l'opportunità al personale, di ritornare vicino ai luoghi di origine con il risultato che parte delle esigenze il cui soddisfacimento è oggi chiesto all'Amministrazione verrebbe automaticamente assorbito e il personale avrebbe una migliore qualità della vita. Ci si riferisce in senso generale al minore costo della vita al sud ed in particolare alla molto probabile disponibilità di un alloggio di proprietà nonché all'assistenza di genitori / parenti nei riguardi del nucleo familiare del militare e viceversa, specie ad esempio in assenza di uno o entrambi i coniugi per missioni, servizio etc.).

  Distinti saluti

  I firmatari:
  GIROLAMO FOTI, PIETRO RICCI, MARCO VOTANO.

  Relatore : GIROLAMO FOTI

  Punti trattati durante i lavori da Votano e Ricci :

  - Per l'Art. 42 e 42 bis per essere permanente il periodo occorre intervenire sulla legge ( non compete al DIPE), ma come ho già spiegato a qualche collega occorre lavorare a livello politico. (stessa cosa per la 104 ci sono dei vincoli legislativi che non ci permettono di andare oltre).

  - Per quanto riguarda i divorziati se hanno figli ci sono elementi positivi per ottenere aiuti.

  - Per l'ex svecchiamento per quanto riguarda l'età anagrafica faranno delle verifiche.
  - Per il resto hanno preso l'impegno di studiare punto per punto le nostre proposte, più di questo non potevamo fare.

  Purtuttavia lo considero un primo passo, che ci aiuterà a raccogliere elementi, per avviare lavori esterni a livello politico per abbattere qualche ostacolo di carattere burocratico.